4/14/2010 “Abbiamo rivisto qualche faccia nuova, sopratutto straniera, e questo ci dice che forse la crisi è alle spalle”. È questo, in sintesi, il bilancio del Vinitaly 2010 secondo gli imprenditori siciliani che quest'anno hanno partecipato. Per Marilena Barbera è stato addirittura “uno dei migliori degli ultimi anni”. A quanto pare, e con lei sono d'accordo anche altri produttori, la novità di quest'anno sarebbe che molti buyer hanno ordinato il vino direttamente agli stand. “Sabato è stato registrato un boom di presenze soprattutto di pubblico”, spiega Paolo Calì, “gli altri giorni abbiamo avuto invece visite da parte di importatori che hanno sicuramente dato alla fiera una immagine di grande professionalità. Forse”, continua l'imprenditore, “un punto di forza è stata la nuova distribuzione degli stand in aree territoriali omogenee, cosa che ha certamente aiutato i visitatori e orientato meglio i buyer”. Tutti, o quasi, sono stati d'accordo con i dati di VeronaFiere che parla di oltre 90 mila visitatori e un incremento del 4,4% di operatori dall'estero. Secondo Santi Planeta, “le presenze sono state costanti rispetto all'anno scorso se non addirittura leggermente inferiori ma molto più concrete per la presenza di operatori italiani e soprattutto stranieri che ci hanno fatto lavorare bene”. C'è chi invece parla di un Vinitaly in sordina, o ancora di un po' di movimento in più ma pochi addetti ai lavori. “Certo è”, spiega Francesco Ferreri, presidente del Consorzio di tutela del Cerasuolo di Vittoria Docg, “che il Vinitaly negli anni è cambiato e oggi più che mai bisogna prepararlo molto prima”. Ad attirare prevalentemente operatori asiatici sono stati i vini di Marabino, che ha registrato anche un'affluenza di operatori canadesi e statunitensi. “Abbiamo notato un maggiore interesse da parte del Nord Europa sul nostro vino”, ha commentato Massimo Padova, dell'azienda Riofavara di Ispica (Rg). Mentre, secondo Francesca Curto, mercati emergenti sono quelli brasiliano, serbo, croato e turco. Infine, per Mario Stancanelli, responsabile commerciale estero di Etna Rocca d'Api, ci sono stati interessanti contatto con la Norvegia, il Giappone e la Cina. “Si tratta di contatti tutti da sviluppare”, precisa Carmela Di Bella, dell'azienda Icone, “perché come quasi tutti i Vinitaly si tratta di un momento interlocutorio e un bilancio quasi definitivo si potrà fare solo tra qualche mese”. “Dopo un paio d'anni di fermo abbiamo rivisto qualche cliente asiatico e qualche cliente europeo che ha rifatto gli ordini”, spiega Nino Pupillo, dell'omonima azienda del Siracusano, “speriamo, insomma, che il peggio sia passato”. Ed effettivamente, secondo Diego Planeta che ha introdotto la Sicilia alla fiera veronese nell'86, “si tratta di un momento di passaggio”. “Negli anni la fiera è cambiata moltissimo”, confessa, “si è internazionalizzata”. E conclude: “Quello dell'anno scorso è stato il peggiore Vinitaly a cui abbia mai partecipato e oggi si respira certamente un'aria di maggiore serenità”. Che si tratti di una ripresa? Certamente una risposta potremo averla l'anno prossimo, quando saranno pubblicati i nomi dei partecipanti all'edizione 2011. Annalisa Ricciardi. http://www.siciliainformazioni.com/giornale/wineandfood/86541/vinitaly-2010-aziende-iniziano-tirare-somme-contatti-concreti-operatori-dallestero.htm |